Se avete già letto i nostri articoli sulle strategie usate dalle regioni di destra per limitare l’accesso all’aborto, tratte da una strategia più ampia legata ad Agenda Europa (di cui abbiamo scritto qui), non vi stupirete nel leggere l’ennesima storia simile.

Oggi siamo in Piemonte, dove il protagonista è l’assessore Maurizio Marrone (FdI), che ha trovato un escamotage per portare le associazioni “pro-vita” (o meglio, anti-scelta!) nei consultori piemontesi. Con un atto amministrativo e non politico — perché, ultimamente, la politica viene, sì, fatta sui nostri corpi, ma prima passa codardamente da ufficio a ufficio senza che se ne dia un rendiconto pubblico — le associazioni antiabortiste saranno privilegiate nell’accesso ai consultori, specialmente se nel loro statuto esprimono “finalità di tutela della vita fin dal concepimento”.

Questa palese mossa contro i diritti delle donne era già stata tentata nel 2010, usando gli stessi identici termini ed espedienti, dalla giunta del leghista Roberto Cota, costretta poi a fare marcia indietro a causa del ricorso al Tar mosso e vinto dalle associazioni Casa delle donne e Activa[1]. Il tribunale aveva dichiarato che il protocollo di Cota violava l’articolo 3 della Costituzione sul principio di uguaglianza e di non discriminazione, proprio perché prevedeva l’accesso ai consultori solo per le associazioni che si definivano “pro-life”, escludendo tutte le altre.

Dopo ben un decennio, la nuova giunta di destra sembrerebbe aver trovato un espediente per aggirare la sentenza del Tar: nei consultori potranno entrare le associazioni antiabortiste «e/o» le associazioni impegnate in «attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato». Insomma, per l’uguaglianza e la diversità bastava un e/o.

Alle accuse di misoginia e lesione del principio di autodeterminazione di donne e corpi gestanti, Marrone, in questo articolo del Corriere, risponde che il suo scopo èsemplicemente «aiutare le donne a superare le criticità economiche e sociali che potrebbero spingere all’aborto» e tutelare «la vera libertà di scelta». Ma cosa ne è della nostra libertà di scelta quando, anche potendocelo permettere da un punto di vista economico e sociale, scegliamo comunque di non portare avanti la gravidanza? Come si evince dalle numerose interviste e dai post condivisi sui social a sostegno della campagna, l’obiettivo della presenza delle associazioni “pro-life” negli ospedali e consultori sarà proprio dissuadere chi si reca in un consultorio o in un ospedale ad abortire. E’ doveroso ribadire che ergersi a paladini della nostra “vera (cit.) libertà di scelta” e proporsi di convincerci a fare ciò che non vogliamo fare è un vergognoso tentativo di coercizione e attacco alla nostra autonomia e autodeterminazione in aperta violazione della Legge 194/78.

Un pensiero conclusivo va al Governo al quale chiediamo di risolvere quella che ci sembra a tutti gli effetti un’emergenza sanitaria parallela a quella già in atto: vogliamo che la legge 194 del 1978 venga garantita in ogni regione, provincia e centimetro d’Italia.

Quanti altri stratagemmi regionali servono per farci rendere conto che il diritto all’aborto è in serio pericolo? Vogliamo essere liberə di abortire, farlo in strutture sicure e dignitose, scegliendo autonomamente per noi stessə, per il nostro corpo e per il nostro futuro, così come garantito da oltre 40 anni da una legge dello Stato italiano. Esigiamo, quindi, provvedimenti a livello nazionale incluso l’esercizio di poteri sostitutivi alle competenze regionali, che garantiscano l’applicazione del diritto all’aborto in tutto il territorio e tutelino il nostro diritto di scelta.

Non ve lo stiamo chiedendo, lo pretendiamo.

Noemi Ricci

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Ne hanno parlato anche:

https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/03/12/news/volontari_anti-aborto_negli_ospedali_fratelli_d_italia_usa_una_legge_vecchia_di_10_anni_come_cavallo_di_troia-291984126/?fbclid=IwAR0YDvj0wZr23SZhr6RXTLwTtawFwp3K5F9JEcSpNbAgwSME3irLI-9PZ-0

https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/una-circolare-indirizzo-sullaborto-farmacologico

https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/comunicati-stampa/circolare-indirizzi-sullaborto-farmacologico

https://torino.corriere.it/cronaca/21_marzo_11/arrivo-pro-vita-consultori-familiari-45122662-81e8-11eb-870f-597090faeea5.shtml


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