Lazio, una legge per la famiglia che rischia di mettere in discussione diritti già garantiti

Commissione politiche sociali Lazio

La proposta di legge regionale n. 207/2025, attualmente in discussione nella Regione Lazio e intitolata “Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica”, solleva diverse preoccupazioni tra chi lavora nei servizi pubblici di salute, nei consultori e negli ospedali.

Come ginecologə e professionistə della sanità pubblica, la nostra attenzione si concentra sugli effetti concreti che questa legge potrebbe avere sulla salute e sull’autonomia delle persone. Pur condividendo l’obiettivo di sostenere la genitorialità e contrastare il calo demografico, il testo attuale presenta elementi che rischiano di sovrapporsi — e in parte contraddire — norme già esistenti e fondamentali, come la Legge 194/78 e la Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere.

Nel documento, infatti, la maternità viene considerata un “bene sociale” da proteggere dal concepimento, attribuendo al nascituro una tutela giuridica anticipata che non trova riscontro nella legislazione nazionale. Questa impostazione rischia di generare confusione tra livelli di legge e di aprire la porta a interpretazioni che mettano in discussione i diritti già garantiti alle persone che affrontano una gravidanza indesiderata o a rischio.

Un altro punto critico riguarda la possibile esternalizzazione di servizi a enti del terzo settore senza criteri chiari di accreditamento. Se non regolamentata, questa scelta potrebbe creare disuguaglianze di accesso e affidare funzioni di orientamento o sostegno a soggetti privi di competenze sanitarie o con orientamenti ideologici che contrastano con la neutralità e l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale.

Come ricordato anche durante le audizioni regionali, la legge 194 già tutela la maternità, promuove il sostegno alle persone in difficoltà e garantisce l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza in sicurezza e nel rispetto della libertà di scelta. È su questa base che va rafforzata la rete dei consultori pubblici, oggi spesso sottofinanziata, e non sostituita da interventi sovrapposti o confusamente ideologici.

Le politiche per la natalità e per la famiglia devono fondarsi sulla libertà, sulla responsabilità e sul rispetto della pluralità delle forme familiari esistenti. L’attenzione reale alle persone e ai bambini passa dal potenziamento dei servizi pubblici: più asili nido, consultori accessibili, supporto economico alle famiglie e ai genitori soli, formazione e prevenzione della violenza domestica.

Come L.A.I.G.A., continuiamo a sostenere una sanità pubblica laica, equa e rispettosa delle scelte e dei diritti di tuttə.

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