macchina da scrivere con foglio "words have power"

ROMA, 30 settembre 2024 – “In un momento di violenza sul personale sanitario causata da un SSN depauperato di risorse, di cui gli operatori sono vittime; in un sistema che non funziona e del quale siamo l’interfaccia con un pubblico che sfoga su di noi le proprie insoddisfazioni, la parola ‘sicari’ usata verso i ginecologi e le ginecologhe che non rifiutano l’assistenza a chi ha bisogno di abortire a norma di legge risulta essa stessa violenta”, afferma Silvana Agatone, presidente dell’associazione e componente del nostro Comitato Scientifico.

“Coloro che applicano la legge 194/78 che riguarda l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia, ovvero quei ginecologi e quelle ginecologhe che accolgono le istanze delle donne e di tutte le persone a 360 gradi, applicano di fatto un dispositivo salvavita per il quale le donne hanno lottato, legge confermata da un referendum popolare”.

Già nel 2012 la più prestigiosa rivista scientifica, The Lancet, ha pubblicato uno studio* basato su 13 anni di ricerche, dal 1995 al 2008, sull’aborto clandestino nel mondo  riscontrando che l’aborto senza le adeguate condizioni di sicurezza è una delle principali cause di mortalità.

Nel 2008, in tutto il pianeta 47mila donne (lo studio non nomina le persone trans e non binarie) sono morte per aborti insicuri e 8 milioni e mezzo di loro hanno avuto gravi conseguenze sulla propria salute. 

Ovvero, una donna ogni sette muore perché l’interruzione della gravidanza non è stata condotta da personale medico preparato e in condizioni igieniche adeguate.

È tutto ciò che avviene nei paesi dove l’aborto è illegale.

In Italia si registra una continua riduzione degli aborti e relative complicanze a seguito della legge 194 e della sua applicazione, come dimostra l’ultima relazione del Ministro della Salute al Parlamento**

Infatti, nel 2020 sono state notificate 66.413 Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG), confermando il continuo andamento in diminuzione (-9,3% rispetto al 2019) registrato a partire dal 1983.

Tutto ciò è stato possibile attraverso l’abnegazione del personale sanitario che applica la legge per la salute collettiva, non solo con l’interruzione di gravidanza, ma anche con la promozione efficace della contraccezione, nonostante quest’ultima di fatto non sia ancora garantita gratuitamente come stabilito dalla legge (L. 194/78). Diciamo “personale sanitario”, perché il nostro è un lavoro di squadra, che comprende non solo le figure mediche (ginecologi/ghe e anestesisti/te), ma anche personale ostetrico e infermieristico.

 “‘Condannare, stigmatizzare e criminalizzare l’aborto sono strategie crudeli e fallimentari’ scrisse all’epoca Richard Horton, direttore di The Lancet. Un’affermazione valida ancora oggi”, conclude Agatone.

*Lo studio è  Induced abortion: incidence and trends worldwide from 1995 to 2008 Sedgh, Gilda et al. The Lancet, Volume 379, Issue 9816, 625 – 632. Reperibile da https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(11)61786-8/abstract

**La relazione è “SULLA ATTUAZIONE DELLA LEGGE CONTENENTE NORME PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITÀ E PER L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA (LEGGE 194/78)”, reperibile da https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3236_allegato.pdf