Ci risiamo. Uno stallo, anzi una recessione.
Quasi 5 anni sono passati dall’ultima decisione del Comitato Sociale Europeo che trovava l’Italia in violazione della Carta Sociale Europea, ma il verdetto è sempre quello: “in Italia permangono disparità d’accesso all’interruzione di gravidanza a livello locale e regionale e i dati forniti dal governo non dimostrano che il personale medico specializzato nel fornire il servizio sia sufficiente”.
Il giudizio è chiaro, ed è la ragione, ancora purtroppo esistente, per cui nel 2008 è nata LAIGA, Libera Associazione Italiana di Ginecologi per l’Applicazione della Legge 194: il nostro paese non protegge il diritto delle donne, che è garantito per legge, ad avere accesso a procedure di interruzione di gravidanza. Nei suoi oltre 10 anni di lotta, LAIGA non ha solo creato una rete tra ginecolog* non-obiettor* per supportarsi a vicenda, in un paese che rema contro il loro operato e in un sistema che li discrimina sul posto di lavoro. LAIGA ha anche contribuito sostanzialmente ad azioni legali, inclusi i due ricorsi collettivi depositati di fronte al Comitato Sociale Europeo nel 2012 e 2013 e che hanno portato alle due decisioni, la prima il 10 ottobre 2013 e la seconda l’11 aprile 2016, che hanno giudicato che l’Italia viola il diritto alla salute delle donne e che discrimina sul posto di lavoro i medic* non-obiettor*.
Il Comitato ha notato che sulla base degli ultimi dati disponibili risalenti al 2018, il numero di ginecolog* obiettor* di coscienza invece che diminuire è aumentato, e che vi è una disparità di accesso a livello regionale che porta almeno il 5% delle interruzioni di gravidanza ad essere eseguite in una regione diversa da dove vive la donna. Senza contare tutte le donne che decidono di viaggiare all’estero per accedere a un diritto che per legge è stato loro garantito oltre 40 anni fa.
Le ultime derive regionali di cui abbiamo scritto (Veneto, Marche, Umbria, Abruzzo, Piemonte), che non intendono recepire le nuove linee guida ministeriali sull’aborto farmacologico, sono solo le ultime gocce in un vaso che sta per traboccare. Le realtà territoriali virtuose, come per esempio il Lazio, sono ancora troppo poche.
In occasione del 5° anniversario dall’ultima decisione del Comitato Sociale Europeo che ha giudicato l’Italia in violazione del diritto di tutte le donne e i corpi gestanti a decidere autonomamente sul proprio corpo, LAIGA lancerà una campagna di mobilitazione nazionale per sensibilizzare la popolazione su un tema che, purtroppo, come dimostrato da questa ennesima decisione europea nei confronti del nostro paese, è ancora fin troppo attuale.
Continuate a seguirci per ulteriori aggiornamenti nelle prossime settimane! Ne vedrete di belle!
Chiara Cosentino
Conclusioni del Comitato Sociale Europeo 2020 https://rm.coe.int/findings-ecrs-2020/1680a1dd39